
L’analisi dei costi, come parte dell’attività di controllo e gestione delle risorse economiche, rappresenta uno dei capisaldi su cui poggiano tutte le tipologie di impresa. La corretta amministrazione dei capitali è tema fondamentale dell’intero sistema finanziario e non può che interessare anche la gestione efficiente di uno studio odontoiatrico.
Rendere operativa l’analisi dei costi nel proprio studio odontoiatrico consente di avere sotto controllo il dettaglio di produzione ed uscite per riuscire a gestire una programmazione di lungo periodo, anche in materia di investimenti sostenibili.
Analisi dei costi fissi e variabili
I costi fissi e i costi variabili sono gli elementi fondanti dell’analisi e tra i più importanti punti da prendere in esame sia in fase di avvio di un’attività d’impresa, che durante la sua gestione.
Per costi fissi si intendono quei costi che non mutano al variare delle quantità prodotte o dell’attività quantitativamente svolta. Sono quei costi che bisogna sostenere anche in assenza di attività e quindi di ricavi. I costi variabili viceversa rappresentano la sommatoria dei costi che variano a seconda della quantità di bene prodotta o della mole di attività svolta nel caso di uno studio odontoiatrico.
La differenza tra costi fissi e costi variabili assume importanza quando si valuta l’opportunità di variare un costo di produzione nel breve periodo. I costi fissi sono spesso connessi a fattori produttivi strutturali (affitto dello studio, stipendio personale dipendente, fondi previdenziali o assicurativi, leasing) e non possono essere modificati nel breve periodo.
I costi variabili invece possono subire variazioni nel breve periodo sulla base della produzione e delle prestazioni erogate, oltre che delle procedure scelte. Due classici esempi di costi variabili sono: i costi per i servizi, (legati all’operatore di poltrona o destinati al laboratorio per la produzione di manufatti protesici e ortodontici) e quelli per il materiale di consumo dello studio.
Differenze tra Costi Diretti e Costi Indiretti
Un’altra fondamentale distinzione riguarda i costi diretti e i costi indiretti. I primi hanno un’influenza diretta sulla produzione e si riferiscono esclusivamente al singolo prodotto o prestazione: attrezzature utilizzate per quella specifica operatività, ad esempio. Sono quei costi che hanno un’incidenza diretta sul progetto di investimento e ne determinano il prezzo.
I costi indiretti sono invece quei fattori produttivi non strettamente connessi al singolo progetto ma che vengono impiegati simultaneamente su più aree di business. Le utenze, i costi di amministrazione e l’affitto di strutture appartengono a questa categoria di costi. I costi indiretti gravano con la stessa intensità su ogni singolo progetto e possono arbitrariamente essere considerati all’interno dei costi ascrivibili al singolo piano di investimento.
Individuare i costi di uno studio odontoiatrico
Lo studio odontoiatrico, così come qualunque altra tipologia di impresa, deve tener conto di costi fissi, variabili, diretti e indiretti.
I costi fissi rappresentano la fonte più consistente nel computo dei costi totali di gestione di uno studio odontoiatrico. Alcuni esempi di costi fissi sono:
- I costi del personale (segretarie, amministrativi e assistenti di studio, ad esempio)
- I costi previdenziali (Enpam ed Inps)
- I costi assicurativi (infortuni, furto incendio etc)
- I costi per arredi e apparecchiature (strumenti odontoiatrici, poltrone etc)
- I costi associativi (Rinnovi iscrizione all’Ordine degli Odontoiatri e società scientifiche)
I costi fissi, a loro volta, possono essere articolati in costi diretti e costi indiretti. I primi sono correlati esclusivamente alla singola prestazione, mentre i costi indiretti vengono distribuiti equamente su tutte le attività svolte nello studio odontoiatrico. Il costo dei dipendenti amministrativi, ad esempio, può essere imputato a tutte le attività svolte dal dentista e quindi è da considerarsi un costo indiretto. Viceversa l’acquisto di una TAC cone beam è da ascriversi solamente alle attività di implantologia, dunque rientra nei costi diretti.
Il calcolo dei costi fissi viene effettuato su base annuale: dividendo l’ammontare dei costi fissi totali per le 12 mensilità si ricava la sommatoria dei costi fissi del singolo mese. In questo modo è possibile anche ricavare il costo fisso giornaliero o settimanale dello studio.
I costi variabili di uno studio odontoiatrico possono essere suddivisi in 3 macro-categorie:
- Costo dell’operatore: associato al corrispettivo da riconoscere al professionista che ha eseguito la prestazione. Rientrano in questi costi sia l’operato dei dentisti che quello degli igienisti dentali. Indipendentemente dal ruolo che occupa chi svolge la prestazione (titolare, socio, dipendente), questo deve essere calcolato come costo operatore.
- Costi di laboratorio: sono i costi che lo studio odontoiatrico paga al laboratorio per la lavorazione dei manufatti ortodontici o protesici come ad esempio apparecchi ortodontici, ponti e riparazioni.
- Costi dei materiali: rientrano in questa categoria i materiali necessari per l’esecuzione di una certa prestazione. Il materiale di consumo può essere monouso oppure no. Esempi pratici di materiale di consumo sono: bicchieri, guanti e materiali per la sterilizzazione di strumenti chirurgici.
I costi variabili forniscono dei dati molto attendibili sulla qualità della prestazione offerta dallo studio odontoiatrico di riferimento.
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